Grand Jubilé

des 350 ans des apparitions

de Jésus à sainte Marguerite-Marie

"Rendre amour pour amour"

Preghiera di Consacrazione del Giubileo

350 anni delle grandi Apparizioni del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria

Signore Gesù,

hai rivelato a Santa Margherita Maria il tuo Cuore così appassionato di amore per tutti gli uomini e per ciascuno in particolare. Oggi ci inviti ad attingere alla sorgente del tuo Cuore, che resta più che mai aperto.

In questo sacramento di Amore che è l’Eucarestia,

Ti offriamo le nostre fatiche e le nostre stanchezze: donaci il riposo;

Ti esponiamo le nostre sofferenze e le nostre ferite: consolaci e guariscici;

Ti presentiamo la nostra durezza di cuore: trasformaci nella dolcezza e l’umiltà;

Deponiamo davanti a te le nostre ingratitudini e le nostre indifferenze: fa’ che ti rendiamo amore per amore;

Ti diciamo la nostra sete di amarti e di annunciarti: inviaci nella potenza del tuo Spirito Santo.

Signore, ci consacriamo al tuo Cuore, fornace ardente di carità. (raccogliersi in silenzio)

Fa’ di noi degli strumenti che attirano i cuori al tuo Amore.

Fa’ che ardiamo della tua compassione per testimoniare al mondo il tuo Cuore che ci ha tanto amati.

Amen.

Imprimatur di Mons. Rivière, vescovo di Autun, Châlon e Mâcon

Commento alla preghiera

La preghiera è stata composta dai sacerdoti del Santuario di Paray-le-Monial, insieme alla parrocchia, le Visitandine e i Gesuiti, e i dipendenti in missione al Santuario.

La preghiera è formata da tre parti : l’introduzione, le richieste litaniche e l’invocazione finale.

L’introduzione

Signore Gesù, hai rivelato a Santa Margherita Maria il tuo Cuore così appassionato di amore per tutti gli uomini e per ciascuno in particolare.

La preghiera si rivolge a Gesù ed è espressa nella prima persona plurale perché la devozione al Sacro Cuore è sia personale che ecclesiale. La prima frase ricorda l’evento di cui il Giubileo fa memoria: le Apparizioni del Sacro Cuore 350 anni fa. Rimanda direttamente alla prima grande Apparizione, avvenuta il 27 Dicembre 1673, nel corso della quale Gesù dichiara: “Il mio Cuore divino è così appassionato di amore per gli uomini, e per te in particolare”. 

Oggi ci inviti ad attingere alla sorgente del tuo Cuore, che resta più che mai aperto.

La seconda frase manifesta l’attualità della grazia vissuta a Paray, e contiene un’allusione al cantico di Isaia 12: “Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza” (v. 3); versetto che ha dato nome all’Enciclica del 1956 di Papa Pio XII, Haurietis Aquas in Gaudio. La parte finale riprende l’affermazione di Papa Giovanni Paolo II il 6 Gennaio 2001, durante la chiusura della Porta Santa del Grande Giubileo dell’anno 2000 a Roma: “Mentre oggi si chiude, con la Porta Santa, un “simbolo” di Cristo, resta più che mai aperto il Cuore di Cristo”.

Le sei richieste litaniche

In questo sacramento di Amore che è l’Eucarestia,

La seconda parte è introdotta dall’espressione “sacramento di amore”, che il Signore utilizza per designare l’Eucarestia durante la grande Apparizione di Giugno 1675. È composta da cinque richieste litaniche, che mettono i pellegrini alla scuola dell’esperienza spirituale di Santa Margherita Maria.

 

Ti offriamo le nostre fatiche e le nostre stanchezze: donaci il riposo;

Il 27 Dicembre 1673 Margherita Maria riposa a lungo sul Cuore di Gesù: “Mi fece riposare a lungo sul suo petto divino”. In una lettera a Padre Croiset preciserà che questo riposo durò “varie ore”. Così facendo, risponde alla chiamata di Gesù nel Vengelo a venire a riposare sul suo Cuore: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11, 28-29). Il discepolo San Giovanni ha vissuto per primo questa esperienza durante l’ultima Cena (Gv 13, ); a questo fatto così importante il Vangelo fa nuovamente allusione dopo la risurrezione (Gv 21, 20). E ben presto i primi cristiani associarono Giovanni a questa esperienza così particolare. Così nell’anno 180 Ireneo da Lione scriveva: “Poi anche Giovanni, discepolo del Signore, che ha riposato sul suo petto, pubblicò il Vangelo, mentre abitava a Efeso in Asia” (Contro le eresie III,1,1)

 

Ti esponiamo le nostre sofferenze e le nostre ferite: consolaci e guariscici;

Il Cuore di Gesù è poi fonte di consolazione e di guarigione. Papa Francesco ci invita ad avvicinare le nostre piaghe alle piaghe di Gesù. L’inno della prima lettera di Pietro applica a Gesù ciò che il profeta Isaia annunciava nel 4° poema del servo sofferente: “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Isaia 53, 5 e 1Pt 2, 24). Quello che il Papa afferma di ogni santuario: “si va nei santuari per essere consolati” (convegno per i rettori e gli operatori dei santuari, Novembre 2023) si applica anche a Paray.

L’analogia del Cuore con l’immagine del sole e della fornace, nell’apparizione del 1674, ricorda il versetto del profeta Malachia: “Sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici” (Mal 3, 20), frequentemente citato nella spiritualità di Paray.

 

Ti presentiamo la nostra durezza di cuore: trasformaci nella dolcezza e l’umiltà;

Il 27 Dicembre 1673 Gesù chiese a Margherita Maria il suo cuore. “Lo supplicai di prenderlo, lo fece, e lo mise allora nel suo adorabile, nel quale me lo fece vedere come un piccolo atomo che si consumava in quella fornace ardente, dalla quale lo estrasse come una fiamma ardente a forma di cuore, e me lo rimise nel posto da cui lo aveva preso”. Così facendo, il Signore realizza la promessa profetizzata da Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36, 26-27). Gesù dice del proprio Cuore che è “mite e umile” (Mt 11, 29) e constata la durezza di cuore dei suoi interlocutori o dei discepoli (per esempio in Mt 19, 8 o in Mc 6, 52).

 

Deponiamo davanti a te le nostre ingratitudini e le nostre indifferenze: fa’ che ti rendiamo amore per amore;

Durante l’apparizione del 1674 Gesù si lamenta della mancanza di amore da parte degli uomini: “Mi rivelò le meraviglie inesplicabili del suo puro amore e fino a quale eccesso lo aveva portato l’amare gli uomini, dai quali non riceveva che ingratitudini e indifferenza”. Chiede a Margherita Maria di rendergli “amore per amore”, espressione che ritorna più volte negli scritti della visitandina. È anche il tema di questo Giubileo dei 350 anni.

 

Ti diciamo la nostra sete di amarti e di annunciarti: inviaci nella potenza del tuo Spirito Santo.

La devozione al Sacro Cuore ci rinnova nello zelo missionario a testimoniare al mondo di questo amore ardente: a questo si sono particolarmente impegnati Margherita Maria e Claude La Colombière, ciascuno secondo la propria chiamata. “Il mio Cuore divino è così appassionato di amore per gli uomini, e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, le deve diffondere per mezzo tuo, e deve manifestarsi a loro per arricchirli dei suoi preziosi tesori che ti rivelo”, dirà Gesù durante l’apparizione del 1673. Il tema della sete associata all’amore è ugualmente molto presente nelle apparizioni. In una delle sue lettere a Padre Croiset, Margherita Maria dice che Gesù l’ha scelta come uno “strumento per stabilire questa devozione e attirare i cuori al Suo adorabile, che aveva una sete tanto ardente di essere conosciuto, amato e onorato dagli uomini”.

L’invocazione finale

Signore, ci consacriamo al tuo Cuore, fornace ardente di carità.

La terza parte, infine, appare come il culmine del movimento spirituale di questa preghiera di consacrazione al Cuore di Gesù. È bene ricordare che, come abbiamo detto sopra, il luogo dell’offerta è l’Eucarestia. Consacrarsi al Cuore di Gesù altro non è che consacrarsi alla sua persona, a Gesù stesso. A Santa Margherita Maria Gesù parla del proprio Cuore come della “fornace ardente del puro amore” (lettera alla Superiora Madre de Saumaise). Lungo tutte le apparizioni è il simbolo del fuoco che predomina, come, ad esempio, nell’apparizione del 1674 riprodotta nell’affresco della Cappella delle Apparizioni: “Gesù Cristo, mio dolce Maestro, si presentò a me tutto splendente di gloria con le sue cinque piaghe come cinque soli, e da questa sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che somigliava a una fornace; che essendosi aperta mi scoprì il suo Cuore così amorevole e così amabile, che era la sorgente viva di queste fiamme”.

 

Fa’ di noi degli strumenti che attirano i cuori al tuo Amore.

Nel ritiro del 1678 Margherita Maria annota questa affermazione di Gesù: “Voglio che tu mi serva da strumento per attirare i cuori al mio amore”, ripresa nella nostra preghiera.

Fa’ che ardiamo della tua compassione per testimoniare al mondo il tuo Cuore che ci ha tanto amati. Amen.

La richiesta “ardere di compassione” segue il registro simbolico del fuoco, nel quale, come abbiamo detto, si colloca l’esperienza spirituale di Margherita Maria. Si tratta di entrare negli “stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fili 2, 5), nella compassione che Gesù provava davanti alle folle: “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Mt 9, 36). La preghiera si chiude con l’espressione di Giugno 1675, che appare come l’apice dell’esperienza spirituale di Santa Margherita Maria: “Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non ha risparmiato niente fino a  consumarsi per testimoniare loro il suo amore”.

Questo commento della preghiera del Giubileo è stato realizzato da Padre Etienne Kern e Padre Jean-Rodolphe Kars.